
Accademia Carrara
Una notte magica
Ora il cerchio si è chiuso, la Carrara ha riaperto i battenti e i bergamaschi le sono corsi incontro con un entusiasmo invero anomalo, decisamente poco in linea con il carattere e una visione generale delle cose che ha finora derubricato la cultura tra le varie ed eventuali. Troppo impegnati a fare, disfare e produrre per renderci conto che avevamo un tesoro in casa.
Quella gente che giovedì sera ha invaso San Tomaso e Borgo Santa Caterina fino a notte fonda, che si è messa in fila per poter rivedere, anche solo per quella mezz’ora possibile, una teoria di capolavori da fare tremare i polsi sta a significare che qualcosa è successo. Non era solo attesa, curiosità o senso dell’evento, ma speranza, voglia di credere in qualcosa: nell’incredibile bellezza di quelle tele, nella loro storia che poi è anche la nostra. Civica, soffermiamoci sempre su questo aggettivo, perché fa la differenza: Tiziano, Pisanello, Rubens, Lotto, Botticelli, Raffaello, Moroni (la stanza che ospita le sue opere è semplicemente pazzesca…), Mantegna ci parlano da quelle tele e ci dicono che Bergamo ha tutte le ragioni per essere fiera della sua Carrara. E il grande dovere di volerle bene.
Era davvero bellissima Bergamo giovedì notte, raramente l’abbiamo vista così: bella e felice, come chi ritrova un vecchio amore. Leggera come quella ballerina sospesa in cielo da decine di palloncini, in volo sulla gente reggendo in mano il nastro tricolore appena tagliato per l’inaugurazione. Tutti con il naso all’insù, persi nell’incanto di una notte magica, a trattenere il respiro per la gioia di esserci e ad applaudire improvvisamente, travolti da un entusiasmo quasi bambino. Di quelli che ti fanno dimenticare per un attimo la paura del domani, la crisi, le incertezze, una città con sempre nuovi problemi, 7 anni d’attesa, le polemiche, i ritardi e gli errori: perché la storia recente della Carrara è stata anche questa. E non va dimenticata, anche solo per non ripetergli, gli errori.

Bentornata Carrara, sei davvero uno spettacolo!
-tratto da l’Eco di Bergamo